Tituba è donna, nera e strega in un’epoca in cui non è giusto essere niente di tutto questo.
Dorothée Munyaneza incontra la sua storia grazie al lavoro della filosofa Elsa Dorlin e al libro di Maryse Condé Io, Tituba strega nera di Salem e decide di utilizzare il suo corpo per rendere giustizia a Tituba e a tutte le persone che sono passate inosservate, cancellate dalla storia e dagli “archivi coloniali”.
Toi, Moi, Tituba… è un assolo collettivo, dove il corpo e la voce di Dorothée Munyaneza – che danza e recita sola sul palco – diventano corpo e voce di chi ha subito la violenza, la negazione dell’identità, la schiavitù e infine l’oblio.
In un tempo in cui adattarsi sembra la migliore soluzione, Munyaneza propone invece un lavoro di resistenza, mettendosi e mettendoci di fronte a importanti domande sulla relazione tra violenza, colore della pelle e genere.
Per lei la bellezza esiste nell'insubordinazione.
Amelie Blaustein Niddam, Le Figaro