Federica Loredan

Laureanda in antropologia, ha studiato al Conservatorio di Musica, laureata con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Genova e ha studiato Lingua Italiana dei Segni (LIS), ma è soprattutto una danzatrice e coreografa, profonda conoscitrice delle danze afro americane e particolarmente legata alla cultura africana.

Queste esperienze, apparentemente scollegate tra loro, confluiscono in una poetica ben precisa e in un’identità unica, con un forte senso estetico-spaziale, una grande attenzione al gesto e alla narrazione e un vasto bagaglio tecnico, particolarmente incentrato sul concetto di tridimensionalità della musica a loro legata.

Lavora in diverse accademie professionali, compagnie teatrali e crew hip hop della scena underground. Tiene regolarmente stage in Italia ed Europa.

Ha all’attivo progetti con immigrati, ragazzi/e a rischio, sordi, disabili, prima infanzia. Direttrice artistica di Female Jam, primo evento hip hop femminile italiano. Assistente di Virgilio Sieni per L’Atlante del Gesto 2017.

Collabora con l’istituto di ricerca scientifica InfoMus/CasaPaganini per diversi progetti europei legati a suono, movimento e nuove tecnologie. Artista per Dansathon in collaborazione con Theatre de Liège, Maison de la danse de Lyon, Sadler’s Wells London e Fondazion BNP Paribas.

Federica Loredan è una delle vincitrici del bando Spring, progetto che nasce con la collaborazione di Gaia Clotilde Chernetich, dramaturg e studiosa della danza, con l'obiettivo di far crescere nuovi progetti sostenendone lo sviluppo artistico grazie al tutoraggio costante di un team di esperti. Nel mese di aprile 2022 è stata ospitata per due settimane nelle nostre sale per perfezionare il suo lavoro Gocce - rituale di comunità.

Questa creazione nasce da una ricerca storica, sociale, antropologica. L'interesse è quello di far convivere diversi linguaggi e diversi piani di lettura perché mette in scena un mestiere antico, quello delle lavandaie. Non c'è l'intento di una ricostruzione storica o di riportare in vita qualcosa che non esiste più, ma di analizzare in un senso più metaforico la figura della lavandaia, che si occupa dello sporco e in qualche modo dei segreti, delle memorie e delle vergogne degli altri.

Non è un lavoro pensato al singolare, ma un immaginario legato ad una comunità di donne, dove è preponderante il simbolismo dell’acqua, elemento primordiale e femminile per eccellenza.

Federica Loredan ha aperto una call durante il periodo di residenza offrendo la possibilità a un gruppo di donne di prendere parte alle sessioni di lavoro. Ognuna di loro ha portato le proprie storie, il proprio vissuto, altri ricordi rispetto a questa tematica, arricchendo il lavoro di molteplici sfumature.

Per me il fatto di essere qui ha preso un significato ulteriore perché il progetto si è nutrito di ciò che è arrivato dal luogo, sia in termini di persone che in termini di storie e memorie.

- Federica Loredan

federicaloredan.com