Dalla filosofia alla geopolitica

Lorenzo Noto, Linguaggi 2022
Il ruolo importante della rivista Limes

Gli equilibri che governano il mondo, le motivazioni di scelte politiche, i conflitti di potere sono argomenti tanto interessanti quanto complessi.

L'esperto di geopolitica Lorenzo Noto, collaboratore della rivista Limes, parlerà della rinnovata importanza geopolitica del Mediterraneo nell'incontro, parte della rassegna Linguaggi, Il Mediterraneo come medioceano, connettore tra oriente e occidente di sabato 10 alle ore 17.30 nella sala conferenze del Mart.

Lo abbiamo intervistato per capire meglio il suo ruolo.

Ci racconta i contenuti della rivista Limes e qual è il suo ruolo all’interno della redazione?

Limes è una rivista italiana di geopolitica, vorrei sottolineare italiana perché la materia che trattiamo è certamente centrata sull’analisi degli equilibri mondiali, ma a partire dal punto di vista della nostra collettività, del nostro paese. La geopolitica cerca di raccontare le relazioni tra la geografia fisica, la geografia umana e l'azione politica senza lasciarsi coinvolgere da diatribe dal fondamento ideologico. La rivista ha avuto negli anni l’onere della riscoperta di questa materia. Dopo la seconda guerra mondiale la ricerca e gli studi geopolitici infatti hanno vissuto un periodo di stallo, soprattutto in Europa, per motivi legati all’uso strumentale che ne era stato fatto in passato. Limes nasce subito dopo il crollo del Muro di Berlino e dell’Unione Sovietica, in una fase di straordinari cambiamenti geopolitici in Europa e nel mondo ed è stata tra le prime a riproporre un’analisi di questo tipo. Inoltre a differenza di altre riviste, si basa sull’incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e di contaminazione di approcci. Il mio ruolo è come quello di tutti i miei colleghi: assicurarci il funzionamento di questa impresa e l’uscita della rivista. Ora la complessa macchina editoriale sta crescendo sempre di più perché il pubblico si sta interessando a questi temi e noi siamo tutti operai che collaborano per la riuscita del progetto.

È curatore della rubrica Limes Nerd – anniversari politici della rivista Limes, che cos’è? E con che obiettivo è nata?

Limesnerd è una rubrica che fa parte della versione sito della rivista (limesonline) e nella quale ogni giorno pubblichiamo le ricorrenze che hanno fatto la storia con citazioni, carte e articoli per approfondirne l’importanza geopolitica. Non è un prodotto particolarmente originale, ma ci sembrava uno strumento utile per arrivare ad un pubblico di lettori meno specializzato, rendendo più agile approcciarsi ai nostri contenuti e addentrarsi nei nostri discorsi. La storia è un’altra materia che ha subito negli anni un forte disinteressamento, ma che per noi è decisiva, è uno dei richiami più utilizzati nelle ricerche che facciamo perché interessa il fattore umano e l’imprevedibilità di certi processi. Fondamentale per comprendere le dinamiche attuali. Abbiamo deciso di includere la rubrica nella versione online perché ci sembrava una buona occasione usare uno strumento di maggiore rapidità e fruibilità per il lettore. Il successo che ha avuto penso sia dovuto al format utilizzato, abbiamo pensato ad un contenuto che non deve essere di faticosa lettura.

Come è arrivato ad occuparsi di geopolitica e in particolare a concentrarsi sul Mediterraneo?

Io mi affaccio alla geopolitica da outsider, ho fatto studi filosofici, ma provando sempre molta curiosità nella maniera di analizzare il mondo di questa disciplina perché mi sembrava un’interpretazione che potesse scavare al di là delle categorie con cui noi solitamente leggiamo il mondo. La passione per il Mediterraneo, ma in generale per il mare, nasce dal fatto che, ancora oggi, è uno dei principali campi di competizione geopolitica. Il mare rappresenta una via fondamentale per i commerci, per l’accesso a risorse e beni di vitale importanza per ogni Stato. Garantirsi l’accessibilità ai principali punti di transito marittimo è cruciale per l’economia e la sicurezza di tutti i Paesi, in quanto i passaggi in questione rappresentano “punti obbligati”, unici o più veloci snodi di accesso naturali a certe zone. Gli stretti sono dunque strategicamente determinanti. Una delle esigenze culturali che abbiamo a Limes è di contribuire a rafforzare il rapporto tra l’Italia e il mare. Abbiamo 7.500 km di costa naturale, dal mare dipendono la salute della nostra economia e la nostra sicurezza. Siamo un paese a tutti gli effetti marittimo. Condizione che può avere dei vantaggi ma che al contempo, se priva di consapevolezza come è oggi, può rapidamente trasformarsi in debolezza strutturale.